Un Sistema immunitario in ottime condizioni è necessario per vivere in salute. Deve essere sempre in allerta, e monitorare il possibile attacco di agenti patogeni come batteri e virus.
Le cellule del sistema immunitario possono essere divise tra:
- Cellule della risposta innata del sistema immunitario
- Cellule della risposta adattativa del sistema immunitario
La risposta adattativa è la prima linea di difesa contro i patogeni. È una risposta rapida e coinvolge il gruppo dei fagociti (cioè macrofagi e monociti), i neutrofili, le cellule dendritiche, i mastociti, gli eosinofili e altre cellule. L’estrema rapidità è però contrapposta a una scarsa specificità, che invece è una caratteristica peculiare del sistema adattativo.
La risposta adattativa riconosce in maniera altamente specifica i patogeni e produce una memoria utile nel caso di una seconda esposizione. Le cellule T sono le più importanti nel riconoscimento dell’antigene e coordinano la risposta immune. Delle cellule T fanno parte
- Le cellule T citotossiche che sono coinvolte nell’uccisione delle cellule danneggiate dall’infezione e delle cellule tumorali.
- Le cellule T helper che sono importanti per la coordinazione della risposta adattativa, attraverso la produzione e secrezione di molecole chiamate citochine.
- Le cellule Treg che svolgono il compito di mantenere l’immunotolleranza, quindi di fare in modo che il sistema immunitario ignori tutto quello che è estraneo e non patogeno (per esempio il cibo)
Altre cellule dell’immunità adattativa sono i linfociti B che sono responsabili della produzione di anticorpi, detti anche immunoglobuline (Ig). Queste cellule possono differenziarsi in cellule a di breve vita o lunga vita. Le prime forniscono una difesa specifica e piuttosto rapida se lo stesso patogeno infetta nuovamente l’organismo dopo poco tempo dalla prima infezione, mentre le seconde sono le cellule di memoria, che verranno attivate nel caso in cui l’infezione si ripresenti dopo molto tempo.
Le immunoglobuline si dividono in 5 classi:
- IgM sono i principali anticorpi diretti contro l’infezione nella prima settima di contagio e indirizzano le altre cellule del sistema immunitario verso il patogeno;
- IgD sono presente a bassissime concentrazioni e non si conosce ancora bene il loro ruolo;
- IgG sono presenti in maggiore quantità rispetto a tutte le altre immunoglobuline, e sono importantissime per il riconoscimento dell’antigene e la sua efficace rimozione;
- IgA presenti nel sangue e nelle mucose, prevengono l’infiltrazione dei patogeni nei tessuti. Sono presenti anche nel latte materno e vengono quindi trasferiti al lattante. Hanno un ruolo importante nel mantenere l’immunotolleranza nei confronti del cibo.
- IgE anno il compito di riconoscere patogeni extracellulari, ma se vengono prodotte, in modo inappropriato, contro antigeni presenti sul cibo, scatenano la risposta allergica.
La capacità dei linfociti B di produrre diverse immunoglobuline è mediata da alcune interleuchine (IL-4, IL-6) e IFN-γ prodotti dai linfociti T helper.
I linfociti T e B possono specializzarsi per diventare cellule di memoria che rimangono attive per lunghi periodi e quindi sono in grado di riconoscere il patogeno e di produrre una risposta rapida e specifica anche dopo molto tempo della prima infezione (si pensi ai vaccini per il tetano, morbillo, epatite B).
Una risposta del sistema immunitario costa molto in termini di energia spesa e in danni collaterali ai tessuti. La rapida e completa risoluzione del problema è molto importante. L’interleuchina 10 è una molecola antinfiammatoria molto importante prodotta dai linfociti T reg che sopprime la produzione di altre interleuchine infiammatorie.
L’attivazione di una risposta immunitaria produce infiammazione (che si manifesta con rossore, sudorazione, dolore) che è segno di danno alle strutture all’interno delle quali il sistema immunitario si è infiltrato per combattere l’infezione. Questo è un effetto collaterale voluto della risposta immunitaria. Negli ultimi anni i cambiamenti nello stile di vita hanno prodotto un continuo basso grado di infiammazione sistemica, causata da sistema immunitario e altre cellule (come gli adipociti).
MODULAZIONE NUTRIZIONALE DEL SISTEMA IMMUNITARIO
Il corpo richiede ottimi livelli di micronutrienti per svolgere un efficace funzione immunitaria, e questi livelli variano nel corso della vita. È dimostrato che una carenza di micronutrienti predispone la persona a infezioni e aumento il rischio e la mortalità associato a malattie delle vie aeree, morbillo e diarrea, sia in paesi in via di sviluppo che in paesi sviluppati. La severità degli effetti di un’infezione dipende dalla durata della mancanza di nutrienti. Ci sono pochissime informazioni su quale sia il valore di assunzione è sub ottimale ma sappiamo benissimo quali micronutrienti sono implicati nel mantenimento delle funzioni immunitarie e conosciamo il loro meccanismo di azione.
I principali micronutrienti coinvolti nel mantenimento delle funzioni del sistema immunitario sono:
- Vitamina C
- Vitamina D
- Vitamina A
- Vitamina E
- Vitamine B6 e B12
- Folati
- Zinco
- Magnesio
- Selenio
- Ferro
- Rame
Questi micronutrienti sono coinvolti in processi di maturazione cellulare, di anti-ossidazione, di produzione di anticorpi, di controllo dell’efficacia delle funzioni di ogni tipo cellulare appartenente al sistema immunitario, come la capacità di uccidere, neutralizzare, fagocitare, degradare agenti patogeni, e la capacità di controllare il grado di attivazione o spegnimento degli attori immunitari.
Una loro carenza produce un più lungo tempo di recupero dalla malattia o infortunio e un danno più grave alle strutture tessutali coinvolte dall’infiammazione.
età | Mg (mg) | Fe (mg) | Zn (mg) | Cu (mg) | Se (μg) | |
Maschi | >18anni | 240 | 10 | 12 | 0,9 | 55 |
Femmine | 18-59 anni | 240 | 18 | 9 | 0,9 | 55 |
>60 anni | 240 | 10 | 9 | 0,9 | 55 |
Vit. C (mg) | Vit. B6 (mg) | Folati (μg) | Vit.B12 (μg) | Vit. A (μg) | Vit. D (μg) | Vit. E (mg) | ||
Maschi | 18-29 anni | 105 | 1,3 | 400 | 2,4 | 700 | 15 | 13 |
30-59 anni | 105 | 1,3 | 400 | 2,4 | 700 | 15 | 13 | |
60-74 anni | 105 | 1,7 | 400 | 2,4 | 700 | 15 | 13 | |
≥75 anni | 105 | 1,7 | 400 | 2,4 | 700 | 20 | 13 | |
Femmine | 18-29 anni | 85 | 1,3 | 400 | 2,4 | 600 | 15 | 12 |
30-59 anni | 85 | 1,3 | 400 | 2,4 | 600 | 15 | 12 | |
60-74 anni | 85 | 1,5 | 400 | 2,4 | 600 | 15 | 12 | |
≥75 anni | 85 | 1,5 | 400 | 2,4 | 600 | 20 | 12 |
Seguendo questo link https://www.alimentinutrizione.it/tabelle-nutrizionali/ricerca-per-nutriente avrete la possibilità di visualizzare le tabelle che contengono maggiormente i micronutrienti di cui abbiamo parlato.
Un ruolo chiave nel controllo dell’infiammazione e quindi del recupero post infezione o infortunio, lo svolgono gli acidi grassi omega-3, probiotici e fitochimici.
Gli omega-3 (EPA e DHA) presenti prevalentemente nel pesce, hanno la capacità di inibire produzione di molecole infiammatorie come l’interleuchina 6 (IL-6) e contemporaneamente di stimolare la produzione di molecole antiinfiammatorie (IL-10) attraverso la loro capacità di modificare l’espressione genica. Inoltre hanno la capacità di ridurre la formazione di proteine che sono coinvolte nell’adesione e migrazione di cellule del sistema immunitario nel luogo dell’infezione. Considerati i vari effetti prodotti da queste molecole, la loro potente azione anti-infiammatoria migliora condizioni patologiche come asma, intestino irritabile, morbo di Crohn e artrite reumatoide.
I probiotici (Lactobacillus (L.), Bifidobacterium (B.), and Streptococcus (S.)) modulano la risposta infiammatoria andando a migliorare la composizione del microbiota intestinale. Il microbiota infatti comunica con il sistema immunitario attraverso le strutture di quest’ultimo che sono presenti nell’intestino. I probiotici possono indurre la prodizione di citochine infiammatorie o anti-infiammatorie che svolgono un effetto sia a livello locale che sistemico (per esempio il tratto respiratorio). A livello clinico i probiotici si sono dimostrati efficaci nel trattamento di infezioni respiratorie e gastrointestinali, o nel controllo delle manifestazioni allergiche.
I fitochimici, molecole presenti nelle piante sono molto efficaci nel controllo del sistema immunitario. In particolare vorrei citare l’epigallocatechina 3 gallato (EGCG), la curcumina e i polifenoli del melograno.
L’EGCG abbondante nel tè verde, ha dimostrato in modelli animali di essere efficace nel mitigare l’effetto infiammatorio riducendo il reclutamento di cellule infiammatorie del sistema innato e adattativo.
La Curcumina, particolarmente efficacie nelle patologie croniche, riduce l’infiammazione andando ad inibire alcuni sistemi di produzione di radicali liberi (ROS). Questo fitochimico si è rivelato efficace nel trattamento di patologie infiammatorie come l’Intestino Irritabile, patologie cardiovascolari, allergie, asma e bronchiti e artrite reumatoide (altre a molte altre patologie). La particolarità della curcumina è che ha uno scarso assorbimento intestinale e una emivita molto breve, quindi dosi molto alte e deve essere associata ad altre molecole come piperina, quercetina o silibinina.
Il succo di melagrana si è dimostrato efficace nel ridurre l’infiammazione e il danno muscolare perché riduce la concentrazione di alcuni fattori infiammatori e quindi rende più rapida la risoluzione di alcune patologie.
Bibilografia
Diet and Immune Function Caroline E. Childs,1 Philip C. Calder,1,2 and Elizabeth A. Miles1,* Nutrients. 2019 Aug; 11(8): 1933. Published online 2019 Aug 16. doi: PMID: 31426423
A Review of Micronutrients and the Immune System–Working in Harmony to Reduce the Risk of Infection Adrian F. Gombart,1 Adeline Pierre,2 and Silvia Maggini2,* Nutrients. 2020 Jan; 12(1): 236. doi: PMCID: PMC7019735
Nutritional Modulation of Immune Function: Analysis of Evidence, Mechanisms, and Clinical Relevance Dayong Wu1*, Erin D. Lewis1, Munyong Pae2 and Simin Nikbin Meydani1 Front. Immunol., 15 January 2019 | https://doi.org/10.3389/fimmu.2018.03160